Descrizione
Prefazione di Bruno D’Amore
La Società sta cambiando velocemente e con essa l’attività lavorativa, i doveri di cittadinanza e persino tutto ciò che fa parte dei momenti di intrattenimento, di divertimento e di gioco. E la Scuola? Riesce a tenere il passo con questi rivoluzionamenti? Sta veramente agendo per il bene dei giovani che deve formare?
A queste domande, soprattutto, vuole rispondere il saggio, con riferimento alla matematica, ma sappiamo che il problema investe tutte le discipline. Cambiare la Scuola è importante, possibile e nemmeno difficile, a condizione che si mettano gli insegnanti in condizione di poter agire. Fondamentale è essere convinti che occorre innovare la didattica di classe, così come i contenuti. Da tempo si parla di apprendimento per competenze, ma, in generale, si continua a insegnare con metodi ormai vecchi di decenni, rispondenti a una società statica, o in lenta evoluzione, che, lo si voglia o no, sta sparendo. Queste modalità didattiche non sono più adatte al nostro tempo e nemmeno a un futuro prossimo, proprio quello nel quale gli odierni bambini della primaria si troveranno a vivere e a dover operare.
Come cambiare, allora? Su due fronti:
• il modo di interpretare l’apprendimento e di conseguenza l’insegnamento, cioè: non più mirare a un apprendimento esogeno, trasmesso dall’insegnante all’alunno, ma a un apprendimento costruito dall’alunno stesso come membro di un gruppo di ricercatori, costruttori, artigiani-artisti; in sintesi un apprendimento endogeno, assimilato;
• i contenuti, ai quali vanno tagliati i cosiddetti “rami secchi”, per far posto ad altri, indispensabili se vogliamo guardare al futuro.